critica dell’ideologia del consumatore
1.] questa critica è stata già esposta in precedenti
paragrafi.
2.] l’ideologia del consumatore viene qui definita come
quella concezione dell’economia di mercato che giustifica la competizione tra
gli operatori economici perché essa dà maggiore qualità dei prodotti e abbassa
i loro prezzi.
3.] si tratta di una ideologia perché richiede un
sacrificio. è cioè una forma di idolatria del mercato.
4.] non si tiene in considerazione [è questo il contenuto
della critica] che il consumatore non è un individuo astratto, come chi sta in
casa e consuma prodotti tutto il giorno. il consumatore è lo stesso
imprenditore e lavoratore.
5.] la competizione, finalizzata a favorire il consumatore,
espone a rischio di fallimento l’imprenditore e la sua impresa [il rischio di
mercato] e a condizione di stress lavorativo i lavoratori che lavorano nelle
imprese, a causa della competizione nel mercato del lavoro.
6.] questa è quindi la contraddizione: per favorire il
consumatore, l’imprenditore e il lavoratore sono esposti a rischio e a stress,
ma essi stessi sono il consumatore, che quindi si chiede se è opportuno avere
queste condizioni svantaggiose per l’impresa e per il lavoro, per avere sempre
maggiore qualità e bassi prezzi.
7.] la critica si completa con considerazioni teologiche:
a.] una società che favorisce solo il consumo è una società
paradisiaca, perché in paradiso c’è il consumismo: in esso solo si consuma, e
non si lavora.
b.] in una tale società non si riconoscono i diritti dei
lavoratori, come invece essi sono riconosciuti nella dimensione terrena.
c.] quindi l’ideologia del consumatore [che vige nel mercato
unico europeo] è una idolatria che simula il paradiso, adatta a uomini che si
considerano già risorti, mentre i lavoratori [che sono questi stessi uomini]
sono sfruttati come se si trovassero in purgatorio. la durezza del lavoro espia
la colpa del consumismo, perché esso è peccato per un uomo che non è già
risorto. l’uomo pecca come consumatore ed espia come lavoratore.
d.] il fallimento dell’imprenditore simula la dimensione dell’inferno. il
fallito è la condizione del dannato, una condizione proiettata nella povertà.